mercoledì 29 marzo 2017

Gruppo Morone&AdA Contest- Premiamo l'arte di apparecchiare




Gruppo Morone premia la vostra arte di apparecchiare la tavola.


Dalla collaborazione tra il nostro blog, L' Arte di apparecchiare la tavola,  e il Gruppo Morone nasce Gruppo Morone&AdA Contest, un concorso che ha l'intento di premiare la passione, la creatività e la bellezza di apparecchiare una tavola.
Il primo tema indetto è "La tavola pasquale": nel vostro modo di allestire la tavola includerete i simboli,  i colori, le tradizioni e la vostra personale interpretazione del periodo pasquale.
Dal 3 al 20 aprile 2017 potrete partecipare inviando una fotografia della vostra mise en place a tema. Una giuria tecnica del Gruppo Morone sceglierà l'immagine che combinerà meglio la bella tavola, il tema suddetto e la loro buona resa fotografica.
Il vincitore riceverà in premio un pregiato servizio per la tavola , messo in palio dal prestigioso Gruppo Morone, realtà leader nel mercato dell'oggettistica per la tavola, che rappresenta e distribuisce i migliori marchi del settore.

Apparecchiare è una forma d'arte quotidiana che va onorata!



REGOLAMENTO

Sarà possibile partecipare al primo  Gruppo Morone&AdA Contest con il tema "La tavola pasquale", inviando una fotografia all'indirizzo mail: artdiapp@gmail.com dal 3 al 20 aprile 2017.

  • La mail dovrà riportare in oggetto la dicitura  Gruppo Morone&AdA Contest e pervenire entro i termini già indicati.
  • Dovrà contenere in allegato una sola immagine con la quale partecipare al concorso.
  • Dovrà riportare i seguenti dati del partecipante: nome, cognome, data e luogo di nascita, un indirizzo di recapito completo e corretto al quale spedire il premio eventualmente assegnato.
  • Nella mail dovrà essere inserita un'autorizzazione alla pubblicazione della foto messa in concorso. "Dichiaro di concedere libertà agli organizzatori del Gruppo Morone&AdA Contest per la pubblicazione dell'immagine inviata in allegato a questa mail, anche dopo la pubblicazione dell'esito del concorso e ovunque decidano di pubblicarla".
  • L'immagine inviata dovrà rimanere inedita ( cioè non potrà essere pubblicata altrove ) per tutta la durata del concorso fino ad avvenuta pubblicazione del vincitore sul blog. Pena è la squalifica della fotografia dal concorso.
  • La fotografia dovrà essere in un formato medio, senza cornici, senza sigle o firme.
  • L'immagine dovrà rendere l'idea dell'intera mise en place, nella libertà dello scatto fotografico. Saranno escluse immagini ritenute non in tema o non idonee al concorso.
  • Le fotografie pervenute saranno numerate e inviate in forma anonima alla giuria. Il giudizio della giuria prevede un vincitore unico e sarà insindacabile.
  • L'esito del concorso, con immagine vincitrice e dati del vincitore, verrà pubblicato sul blog Artediapparecchiare.blogspot.it dopo pochi giorni dalla scadenza del concorso.
  • Il vincitore riceverà all'indirizzo fornito il premio descritto, un servizio di piatti Wedgwood del valore di € 515,00
  • Concorso aperto solo ai residenti in Italia o ai non residenti ma con indirizzo per la spedizione italiano.
Ringraziando il Gruppo Morone per la splendida e generosa iniziativa di cui siamo onorate, vi invitiamo a partecipare al concorso. Vinca il migliore, con l'augurio di un immenso piacere da parte di tutti nel partecipare.


Premio offerto dal Gruppo Morone:
Un servizio di piatti Decoro Blue Bird di Wedgwood cosi composto:
6 piatti piani 27 cm
6 piatti piani 20 cm
6 coppe 15 cm
1 coppa centro tavola 34 cm
1 piatto tondo fondo 28 cm



mercoledì 8 marzo 2017

Icone di femminilità- L' origine delle qualità di tutte le cose


Nell'immaginario universale è la donna il simbolo prediletto di alcune caratteristiche che, in realtà, non sono esclusivamente femminili bensì associabili anche ad altro. Ma se la donna si presta ad essere l'icona e il riferimento di certe qualità, allora quelle qualità si declinano innanzitutto al femminile. Poi, se, come fa la lingua inglese, suddividiamo tutto il creato in tre generi, il maschile degli uomini, il femminile delle donne e il neutro delle cose, ne consegue che le qualità degli uomini e delle cose si declinino sul modello del genere femminile. La donna è da sempre una guida morale ed una fonte d'ispirazione esteriore. Ovviamente, funziona come tale solo se risiede in lei l'autenticità di certi valori ed è quello che ci auguriamo in un'epoca un po' decadente in quanto a modelli da seguire. Ora, non facciamo di questo discorso una questione di femminismo bensì l'auspicio che la donna si riappropri dignitosamente del suo ruolo di guida e che venga rispettata come tale. 
L'artistica mise en table che segue, realizzata da Nadia Marletta, gioca con alcune di quelle qualità suddette, associandole a quattro donne, quattro attrici, quattro icone del Novecento. 
Con Audrey Hepburn, Rita HayworthMarylin Monroe e Grace Kelly proviamo a definire l'eleganza, la sensualità, la fragilità, la classe.


L'eleganza ha tanti accessori, mille sfumature, ma un solo volto che riconosceresti ovunque. Credo sia proprio quest'ultimo il codice segreto da decifrare per rintracciare la vera natura di una caratteristica così delicata. Si parla tanto di eleganza e spesso se ne fa un gran minestrone di sfaccettature poco pertinenti. Se scegliamo di associare l'eleganza ad una figura come quella di Audrey Hepburn, allora stiamo pensando alla semplicità e alla compostezza del suo stile, quello massimamente espresso dal tubino nero che ha attraversato gli anni, diventando il salvagente di tutte e la cifra stilistica di alcune.




La sensualità è quel quid non necessario di una personalità che può diventare fortemente caratterizzante. Essa aiuta la donna ad entrare in una veste che le si confà e che può essere indossata in tanti modi, senza mai, però, distaccarsi dall'eleganza. Direi che l'esatto opposto della sensualità sia la volgarità. Ed è inutile rincorrerla, essendo in parte innata e in parte figlia di mistero e semplicità.




La fragilità non è una colpa. E' un'occasione da sfruttare bene. E' la fonte della sensibilità con la quale si può percepire il mondo. Non bisogna lasciarsi sopraffare da essa ma occorre anche non vergognarsene. E' un punto di forza, che ci conferisce l'elasticità per affrontare il percorso dell'esistenza. Se fossimo rigidi e forti da sempre, non saremmo in grado di plasmarci  per accogliere la vita scritta per noi.



La classe è un prodotto finale, è frutto del tempo. Deriva dalla sapiente acquisizione dell'eleganza, dal corretto uso della sensualità,  dalla saggia gestione della propria fragilità, ogni volta che quest'ultima viene messa alla prova per ricavarne forza. A tutto questo vanno aggiunte educazione, cultura e l'umiltà di sapere che ci si può migliorare ogni giorno.


Testo di Valentina Poce

mercoledì 1 marzo 2017

Madama Butterfly- La cena del ritorno

Questa è la cena tra un tenente della marina statunitense e una geisha giapponese. E', dunque, la narrazione di un ritorno, della fine di un'attesa lunga, sofferta e amorevole. Va in scena la speranza di un amore che ha visto in se stesso qualcosa di più grande e reciproco rispetto a quello che realmente è stato.


Norma Corsini

C'è la gioia della primavera che è possibile avvertire ad ogni ritorno, in questo caso quello della nave Abraham Lincoln, e il dramma di un'illusione spezzata, che arriverà a significare la morte con il suicidio di Madama Butterfly. Cio Cio San ha atteso il suo sposo, l'uomo che l'ha resa moglie, madre e donna. Ma Pinkerton, quando fa ritorno, è un cinico occidentale giunto a ripudiare l'ultima delle mogli, a prendere la prole che gli spetta insieme ad una nuova compagna di vita. L'occidente razionale e pragmatico e l'oriente spirituale e platonico sono entrati in collisione e soltanto uno avrà la peggior sorte.

Norma Corsini

Il motivo per il quale questa mise en place realizzata da Norma Corsini evoca così bene l'umore di quel dramma è nella sua capacità di mostrarci due scenari contrastanti, uno sfondo cupo e dettagli pieni di gioia, che ben simboleggiano la tensione sulla quale si regge l'intera storia. E tale tensione, ancor prima che nell'incontro tra due mondi, ancor prima che nel contrasto tra la gioia dell'illusione e l'asprezza della verità, risiede nel senso stesso del ritorno. 


Norma Corsini


Esiste una nostalgia che vive annidata dentro ogni ritorno (non a caso in greco ritorno si dice "nostos"): essa è presente e peculiare in pari grado alla felicità che il ritorno stesso comporta. Del resto, un ritorno è l'evento che ci restituisce qualcosa che avevamo perso, ma ce lo restituisce diverso, cambiato, sovraccarico di un vissuto di cui si è totalmente ignari.


Norma Corsini

Questo banchetto, nella sua duplice valenza gioiosa e drammatica, la gioia dei fiori e dei loro colori e il dramma delle stoffe scure che ricoprono la tavola, riesce a rappresentare l'eterna tensione. Il tè è caldo, i fiori sono sbocciati ma la coscienza è nera come quel drappo damascato che attraversa tutta la tavola.

Norma Corsini

E' pronto il pugnale e procurerà ferita e sangue, che erano latenti dall'inizio su questa storia, su questa tavola.

Norma Corsini



Madama Butterfly è la tragedia giapponese di Giacomo Puccini, ovvero l'opera lirica che si dedica tantissimo a riprodurre una civiltà, quella orientale, e, nella sua ambientazione, si riempie di simboli adeguati allo scopo. Con la sua tavola, un attento e ricco allestimento dedicato a questo melodramma, Ivonne Lama passa in rassegna quei simboli che, associati alla Madama Butterfly di Puccini, attraverso scenografie, locandine e libretti, sono entrati nella nostra cultura nazionale, uscendo anche dalla settorialità dell'opera lirica.

                                                                             
Ivonne Lama

Ivonne Lama


Per la realizzazione del dramma, tratto da un omonimo racconto, Puccini si documentò a lungo: iniziò a comporlo nel 1901 e lo mandò in scena per la prima volta alla Scala di Milano nel febbraio 1904. Durante la lavorazione si avvalse dell'aiuto di un'attrice giapponese e della moglie dell'ambasciatore nipponico, tale era l'interesse ad introdurre elementi orientali con autenticità.

Ivonne Lama

Quel dramma, alla sua prima scaligera, fu un fiasco, proprio come molti e preziosi lavori. Ma fu anche l'opera lirica che aprì da noi questo solco culturale, donandoci contenuti che attraversano il tempo e i linguaggi atti ad esprimerli.


Ivonne Lama

Testo di Valentina Poce