lunedì 28 novembre 2016

Scenari d'inverno


C'è una poesia della letteratura italiana che, più di qualsiasi altro insieme di parole, si presta ad evocare il mood della particolare mise en place che vi presentiamo oggi...


La pioggia nel pineto, di Gabriele D'Annunzio, interpretata da Vittorio Gasmann.



 

 La tavola segue le stagioni, indossandone i colori, offrendone i frutti e rispecchiandone gli umori. La  mise en table in esterna, allestita da Raffaela Ianniello d'Andrea, a due passi dal bosco, con l'inverno che incombe, è prova di come sia possibile apparecchiare una stagione.



È una tavola particolare, da wedding, in questa sua veste total white. Il verde del paesaggio rende tutto ancora più magico. Interessante il contrasto tra la raffinatezza del tessuto bianco, che scende morbido ai lati della lunga tavolata, e l'aspetto rustico delle panche in legno.


Non è solo imponente il centrotavola, che occupa in lunghezza tutto lo spazio possibile, ma anche ricco e suggestivo, negli elementi e nei colori cupi tipici della stagione autunnale.

 

 

I funghi segnaposto sono collocati lì, nella loro natura verace, all'interno del piatto, ad alludere ai sapori intensi del bosco.

 


Una bomboniera posata su una natura nuda e cruda, questo sembra rappresentare l'artistica mise en table con la quale Raffaela ha accolto i primi freddi. Il sogno e l'eleganza sono serviti.






La Pioggia nel Pineto
di Gabriele D'annunzio
(1902) 

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani

ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.



giovedì 24 novembre 2016

Il mistero del Natale



La Luce guardò in basso
e vide le Tenebre:
“Là voglio andare”
disse la Luce.

La Pace guardò in basso
e vide la Guerra:
“Là voglio andare”
disse la Pace.


L’Amore guardò in basso
e vide l’Odio:
“Là voglio andare”
disse l’Amore.


Così apparve la Luce
e risplendette.
Così apparve la Pace
e offrì riposo.
Così apparve l’Amore
e portò vita;
questo è il mistero del Natale.

Il mistero del Natale - L. Hausman


Un gioco di luci misterioso e affascinante rende, addirittura, unica una tavola che godeva già di bellezza propria. La luce si fonde al colore, per creare una soffusa atmosfera variopinta.


E' la tavola di una sera in famiglia, allestita da Paola Cavaliere, una donna artistica con la passione per la pittura, che ha realizzato questa "tela" per i suoi nipoti.  A luci accese è una composizione armonica, nelle scelte cromatiche e nella disposizione degli accessori.




Vige l'equilibrio. Anche il centrotavola è simmetricamente composto: un vaso, con decoro colorato e con il verde dell'ortensia, è affiancato nell'una e nell'altra parte da una rosa e da una candela.
Il colore lo troviamo ovunque, nei piatti, nei bicchieri, nei portacandele.



Poi, all'improvviso, su tutto vince la luce fioca della fiamma, esaltata dal calare delle tenebre: è l'arrivo della sera. E quella luce attraversa i vetri colorati per andare a rischiarare la tovaglia e a disegnare, neanche a farlo appòsta, tanti e splendidi soli.





Ad un mese dal Natale, è spontaneo leggere questa mise en table, facendo eco alla splendida lirica di Hausman, come la discesa sulla terra della luce, a fare strada alla pace e all'amore nel mondo. E' il miracolo che si rinnova, ogni anno, a Natale.






















lunedì 21 novembre 2016

Noi siamo come candele accese


"Siamo come candele accese. Il rosso della fiamma non è l’unico colore, ma solo il più esterno e visibile. Ci sono anche il giallo e il blu: alla base, intorno allo stoppino. Allo stesso modo in noi convivono tre livelli di “combustione”: il rosso delle passioni all’esterno, il giallo delle emozioni e, alla base, il blu dello spirito. Chi passa la vita a inseguire passioni per provare emozioni fa una cosa molto vitale, ma insufficiente ed è per questo che rischia di rimanere sempre inappagato. Per trarre dai sensi tutto ciò che possono darti, occorre lavorare sullo strato più profondo e nascosto. Imparare a cercare risposte all’interno e non all’infuori di te. Altrimenti sarai sempre vittima delle circostanze e degli ondeggiamenti emotivi altrui." 
(Cuori allo specchio, Massimo Gramellini)


La suggestiva tavola di Anna Milazzo, che pone al centro dell'intera apparecchiatura l'atmosfera, ci ha offerto, insospettabilmente, lo spunto per mettere, liberamente, in scena un particolare e noto passaggio dello scrittore Massimo Gramellini. Il pensiero è estratto dal libro Cuori allo specchio, una raccolta di lettere inviate al giornalista, sulla famosa e omonima rubrica del quotidiano La Stampa, e delle sue significative risposte. Una delle sue tante perle si addentra in una descrizione dell'animo umano, attraverso il paragone con la luce di una candela che, segretamente, contiene ben tre impercettibili nuances.


La tavola di Anna è una mise a due, disposta a specchio e incentrata sulla luce magica delle candele, una per ogni posto e un insieme a centrotavola. E già questo ordine compositivo sembra suggerirci che noi siamo come candele accese.



Il rosso dei particolari, dai fiori, ai tovaglioli, ai bicchieri, fino ad arrivare alla base delle candele, finisce per essere il colore caratterizzante, quello della passione.




Ma il colore dominante è il bianco, quello del raffinato runner ad uncinetto e dei portatovaglioli coordinati, che, invece, alla luce dei lumi sembra essere un giallo tenue. E questo giallo è la parte centrale, della tavola per Anna, del nostro essere secondo Gramellini, simboleggiando, esso, le emozioni.



Il blu non lo vediamo, è una composizione appassionata ed emozionale. Il blu di questa tavola, in realtà, sarà quello di chi avrà la fortuna di sedervi, perché il senso ultimo di ogni occasione è nello spirito di chi vi prende parte.


sabato 19 novembre 2016

Stasera...pizza!



C'è poco di meglio di una buona pizza, per gli Italiani e non solo. E quella che vi illustriamo oggi è la tavola, per eccellenza, atta a servirla. Sembra di entrare in una di quelle piccole e caratteristiche trattorie, di quelle sparse nel mondo, che nascono dalla nostalgia e dalla fierezza di essere italiani.


È interessante condurvi alla scoperta dell'estro creativo tipico di Nadia Marletta, la quale in questa mise en place non ha lasciato davvero nulla al caso.
Il primo elemento degno di nota è il centrotavola, che compendia la ricetta della pizza, con basilico, pomodoro, mozzarella e olio: bello a vedersi e commestibile. Due utilità in una.


I tovaglioli di carta inneggiano all'Italia e alla pizza e sono quanto di più appropriato ad una tavola informale. Non c'è un portacandela qualunque bensì un barattolo di pelati, pittoricamente adattato all'uso.




I barattolini sott'olio, usati come segnaposto, sono l'accortezza più significativa che la padrona di casa potesse pensare per i suoi ospiti.


La tovaglia è nella fantasia più consona e quel quadrettato all'italiana salta fuori ovunque. Questa little Italy di grande originalità ci suggerisce che anche una pizza vuole la sua tavola!

mercoledì 16 novembre 2016

La tavola dei balocchi


La mise en table natalizia che vi presentiamo quest'oggi fa tornare piccini anche gli adulti.
Del resto è la creazione di una giovane mamma, Elvira Parolisi, brava a realizzare il desiderio di magia dei bambini e brava ad incantare anche gli adulti, con un'originale capacità creativa.


Un insieme non convenzionale, dalla scelta di un rosso a pois, alla rinuncia ad un centrotavola in favore di una carrellata di cose belle e buone, che non solo alludono al Natale ma riempiono di gioia la tavola.


La casetta illuminata e quei ceppi danno l'idea di un villaggio animato, forse il regno di Babbo Natale.

Un runner centrale lascia nudo il tavolo in legno, rendendo la mise calda e avvolgente, una volta di più grazie alla fioca luce delle candele. Quel runner diventa una passerella sulla quale sfilano tanti tasselli della tradizione.





I pacchetti regalo infiocchettati, con una carta per nulla lasciata al caso ma rigorosamente bianca e rossa e animata da mille "babbini" in miniatura, si alternano ai biscotti delle feste. E poi ci sono le pigne, come nel Natale più tradizionale.



Il mug decorato con le renne, le stecche di cannella a ridosso e il muffin sottovetro evocano il sapore dolce e speziato della festa.


Se potessimo ascoltare la voce di questa tavola, sarebbe la musica di un carillon. Magico Natale!





lunedì 14 novembre 2016

Festività dorate


L'oro è il colore delle occasioni preziose. Così questa scintillante mise en place di Annalaura Bodoni è la tavola ideale non solo per le prossime cene natalizie, ma per ogni data da festeggiare e da imprimere nella memoria.




Delizioso l'effetto del tovagliolo, che anima in modo molto femminile e sofisticato il complesso di piatti e sottopiatto. Una tovaglia con un ricamo già tenuemente dorato è ulteriormente arricchita da stelle dorate e argentate.



La preziosità dell'oro si unisce all'eleganza indiscutibile del bianco e, insieme, danno luogo ad una tavola importante ed eterea. Determinante per la composizione è l'elegante verticalità impressa dai bicchieri, con il loro design sinuoso e sofisticato, adatto al resto.






L'oro è distribuito con equilibrio e non appesantisce mai l'insieme, che resta una nuvoletta preziosa sulla quale trascorrere una serata unica.









sabato 12 novembre 2016

Ed è subito Natale


Il Natale si avvicina e noi iniziamo a pensare alla tavola delle feste.
Oggi lo facciamo insieme a Lucia Colangelo, con una delle sue sobrie e fantasiose tavole, adatta al prossimo periodo natalizio. È una mise essenziale ed informale, con i colori e gli elementi della tradizione da un lato e qualche originale e simpatica decorazione dall'altro.
Dominano l'eleganza del bianco e un rosso delicatamente reiterato e rappresentano la componente tradizionale della tavola. 



Simpatica l'inserzione di un elemento cromatico per nulla scontato, il quadrettato bianco e blu di un nastro,  che avvolge con simpatia le posate e con eleganza le sedie.



A sdrammatizzare la tavola concorrono anche dei semplici e carini portacandele, realizzati con barattoli e nastri dai quadretti, questa volta, bianchi e rossi.



La composizione a centrotavola è, invece, tipicamente natalizia: mele rosse e pigne su sempreverde. La presenza di un bicchiere di vetro trasparente ed uno colorato conferma la verve dell'insieme.






Una tavola rilassante, conviviale e gradevole nella sua perfetta coordinazione cromatica. 
Vi abbiamo ispirato un po'?! Speriamo proprio di sì.

mercoledì 9 novembre 2016

Un prezioso tête à tête


Oggi vi proponiamo una tavola semplice e sofisticata al tempo stesso, nello stile elegante e ricercato di Alessandra Magni. L'uso di pochi e preziosi elementi ha dato vita ad una mise en place di grande fascino.





A colpo d'occhio si nota immediatamente la precisa simmetria di questa tavola, un aspetto che ne valorizza il minimalismo.





Si sposano a meraviglia fantasie diverse, unite dal fil rouge dell'oro, esaltato a sua volta da un rosso bordeaux che si ripete sapientemente: nel piatto, nel bicchiere e nel tovagliato.





Le righe, magistralmente inserite su un fondo bianco altrimenti dispersivo, sembrano focalizzare lo sguardo direttamente al centro del piatto dal decoro importante. L'oro delle posate laterali rinsalda la forza compositiva di questa tavola. L'illuminazione soffusa, adatta all'occasione intima, completa l'effetto di grande atmosfera.
Quand'è così..buona serata!





Alcuni utili riferimenti per gli accessori della tavola:

sottopiatto in bone china Noritake;
piatto piano in ceramica, modello Stone di Medard de Noblat;
piatto dessert in bone china, modello Riverton di Wedgwood;
piatto pane in bone china, modello Jasper Conran Baroque di Wedgwood;
posate modello Goa White di Cutipol;
bicchiere basso modello Mosaique di Baccarat;
calice modello Normandie di Baccarat;
candelieri modello Arris di Wedgwood;
coppa in vetro di Barovier & Toso.