A tavola con arte

Rubrica di
Alessandra Magni


Secondo la leggenda raccontata da mio padre, e che probabilmente corrisponde a verità, a cinque anni sono intervenuta attivamente all'acquisto del mio primo servizio tavola e l'ho fatto franando su un carrello in cui mia madre aveva posato della porcellana di Minton e distruggendo tutto quanto. Ho avuto la fortuna di crescere tra porcellane, cristalli e argenti, con dei genitori che se ne occupavano per lavoro e che mi hanno fin da piccola trasmesso la passione per questo settore.
Oggi possiedo un'azienda che si occupa di rappresentare e distribuire in modo esclusivo dei marchi sempre legati alla tavola e al piccolo complemento d'arredo su tutto il mercato italiano. Lavoro che mi porta sempre in giro per l'Italia e per il mondo a vedere nuovi prodotti e nuove idee e nuovi stili. Il mio tempo libero è ovviamente dedicato alla mia passione: apparecchiare le tavole, cercando degli accostamenti diversi, delle idee diverse, senza attenermi a nessuna regola se non a quella di mettere a proprio agio i miei ospiti. E la tavola che preferisco fare è sempre quella con i famosi piatti di Minton che mio padre dovette riacquistare.





Ho pensato che nonostante la passione che ci accumuna sia l’arte di apparecchiare una tavola, magari non tutti hanno avuto occasione di vedere come vengono prodotti i bellissimi oggetti che usiamo, di quanti passaggi ci sono dietro una semplice tazzina.

Voglio cominciare parlandovi di Herend che con i suoi 700 artisti tra pittori e modellatori è la più grande manifattura presente in Europa. Herend produce porcellana feldspatica, o porcellana dura, composta da caolino, feldspato e quarzo.

I materiali vengono mischiati con acqua e se ne ricavano due tipi di pasta utilizzate per differenti processi:
1- calibratura: si ottiene una materia plastica che viene messa su uno stampo di gesso su un tornio

2- Colaggio: l’impasto è più liquido per l’aggiunta di maggior acqua e altri additivi. E’ colato in stampi di gesso (negativi). Il gesso assorbe l’acqua e l’impasto rimane attaccato allo stampo, che viene aperto

Le principali attività dei modellatori:
- modellazione manuale, ad esempio la produzione di fiori
- cestini composti da lunghe strisce di pasta chiamate spaghetti poste una a fianco all’altra su una forma di gesso
- traforo: piccoli buchi o finestre sono intagliate con un coltello con doppia lama in un impasto già modellato ma solo mezzo asciutto.

A questo punto la porcellana viene cotta una prima volta a 950°, smaltata e cotta a una temperatura più alta, 1400°.

Ora la porcellana è pronta per essere dipinta. I colori che utilizza Herend vengono preparati direttamente dai pittori, mischiando le polveri con la trementina. Il decoro viene disegnato sull’oggetto con penne con punte di metallo. La maggior parte dei decori sono dipinti entro contorni perché questo assicura che i soggetti dipinti siano della stessa dimensione e forma indipendentemente dal pittore o dal tempo di pittura.
La porcellana viene cotta nuovamente a circa 820°. Nel caso di un decoro sotto smalto, la temperatura di cottura è di 1250°, in modo che il colore entri nello smalto.



A questo punto viene messo l’oro e cotto.

Qualche curiosità su Herend: la manifattura ha oltre 2.000 decori.
Dalla fondazione della manifattura nel 1862, sono stati usati più di 60 marchi, includendo quelli introdotti solo per occasioni speciali.
Il marchio attuale è in uso dall’inizio degli anni 60. Rappresenta le iniziali HP sopra il simbolo delle armi della Repubblica di Ungheria. Sotto il marchio si trova il numero del prodotto e il nome del decoro. La riga successiva è il codice del pittore che identifica l’artista che ha fatto il pezzo.

Vorrei mostrarvi qualche decoro più popolare della Herend e darvi qualche spiegazione sul marchio.
Se avete un pezzo di Herend e lo girate trovate un codice composto da lettere e numeri. I numeri indicano la forma dell'oggetto, mentre le lettere sono l'abbreviazione del nome del decoro.

Il più conosciuto è sicuramente il decoro Victoria (VBO): è un decoro di ispirazione orientale composto da oltre cento differenti farfalle e rami d’albero fiorito. Il decoro venne esposto alla Grande Esposizione di Londra del 1851, dove vinse una medaglia d’oro e dove venne visto e subito acquistato dalla regina Vittoria, da qui il nome. Questo decoro è ancora il più popolare in Gran Bretagna.

RO: Rothschild Oiseaux. Il decoro porta il nome della famiglia Rothschild, che per prima lo ordinò nel 1860. Il decoro riproduce due uccelli su un ramo e una collana in dodici differenti pose. La leggenda dietro al decoro è che una collana persa della baronessa Rothschild fu trovata avvolta a un ramo di un albero. L’altra leggendaria figura associata a questo decoro è la principessa Diana, che scelse questo servizio per il giorno del suo matrimonio.

AF: Apponyi Fleur. Basato sul decoro dei Fiori delle Indie, questo decoro fu creato dal conte ungherese Apponyi, che ordinò a Herend un servizio con la più grande urgenza, per essere in grado di ricevere i suoi invitati in grande stile. Soddisfare la richiesta non fu una piccola sfida per la manifattura, che pensò a una riduzione del decoro dei Fiori delle Indie come soluzione finale. In questo modo la richiesta del conte diede origine a questo decoro molto popolare. Il decoro può essere pokicromo o monocolore, con filo oro o filo platino. Nella foto è la versione turchese, quindi ATQ3PT.

TCA: Tupini, Corne d'Abondance. Questo splendido decoro che incorpora degli adattamenti delle miniature persiane fu fatto per la prima volta nel 1870 per lo Scià di Persia. E’ un decoro così complicato che necessita di essere cotto cinque volte. Sono necessari due interi mesi per produrre un intero servizio da tavola. La combinazione del blu turco e dello scarlatto gli dà un’aria orientale. Una parte del suo nome intero, Tupini, è dovuto a un’antica famiglia romana.

Per concludere con Herend vi mando queste foto direttamente dalla manifattura!

Oggi vi voglio parlare di un’altra manifattura europea, che ha alle spalle una storia davvero regale: KPM. Acquistata nel 1763 da Federico il Grande e successivamente di proprietà di altri 6 re e imperatori, la manifattura KPM produce ancora oggi nella sua sede storica situata nel cuore di Berlino. KPM produce porcellana dura, composta per metà da caolino, un quarto feldspato e un quarto quarzo. Più puri sono i materiali più è alta la qualità della porcellana. Il quarzo combinato con gli altri materiali dà alla porcellana forma e robustezza. Il feldspato indurisce la porcellana durante la cottura e gli dona la sua caratteristica traslucenza. Gli ingredienti vengono mischiati con acqua e impastati direttamente nella manifattura di Berlino.

All’interno della manifattura è presente uno studio che prepara gli stampi che verranno poi usati per modellare la porcellana. Partendo dal disegno dell’artista, viene creato un modello a mano libera della stessa dimensione che avrà poi l’oggetto finale e che si chiama maquette. Successivamente viene prodotto un modello del 16% più grande per compensare la riduzione dell’oggetto di porcellana durante l’asciugatura e la cottura. Anche questo modello viene lavorato a mano e servirà poi per costruire uno stampo, che normalmente è formato da più parti.

Il processo di produzione è simile a quello utilizzato nelle altre manifatture di porcellana feldspatica e che vi ho già raccontato. Una particolarità di KPM è di immergere ogni pezzo dopo la prima cottura in una soluzione blu che scompare completamente durante la seconda cottura. Questo sistema serve per evidenziare tutte quelle piccolissime imperfezioni che sarebbero invisibili ad occhio nudo. Un’altra caratteristica di KPM è che il bordo delle tazze viene smaltato una seconda volta, con un processo che aggiunge 19 ore di tempo in più. Vi ho messo una foto di un pannello che illustra la produzione di una tazzina, che richiede: 29 passaggi, 25 artigiani, 14 giorni e 10 controlli qualità!

Ogni singolo pezzo è firmato con il logo dell’azienda che è uno scettro blu cobalto che rappresenta oggi l’impegno dell’azienda nel rispettare i valori culturali di cui è erede. Dal 1803 la porcellana dipinta ha anche un secondo marchio, un globo imperiale, con un colore diverso in base al tipo di decoro: rosso per i disegni floreali e i paesaggi, verde per i decori non floreali, blu per i decori sottosmalto e nero per indicare i decori stampati (in genere personalizzazione con loghi di grandi aziende). Inoltre ogni pezzo dipinto è personalmente firmato dall’artista che ci ha lavorato. Magari avete a casa un oggetto KPM e volete vedere a che periodo risale? Ecco una foto con la storia dei loghi.

KPM collabora anche con aziende di altri settori. Con Bugatti ha realizzato una Veyron Grand Sport “L’Or Blanc”, dove il tappo della benzina, i copri ruote e numerosi dettagli interni della macchina sono in porcellana. Per Bottega Veneta produce un loro decoro.

Per finire ecco la foto della boutique che hanno all'interno della manifattura. Se capitate a Berlino vi consiglio di andarla a visitare!



In arrivo...



In arrivo...




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3 commenti:

  1. Molto interessanti queste notizie, e bellissimo vedere come viene lavorata la porcellana. Complimenti Alessandra !

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  2. Grazie Alessandra per le tue esaurienti informazioni, molto interessanti. Elide

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  3. Grazie Alessandra per le tue esaurienti informazioni, molto interessanti. Elide

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